Milano e la mala. Storia criminale della città, dalla rapina di via Osoppo a Vallanzasca
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Tra il 9 novembre 2017 e l’11 febbraio 2018 a Palazzo Morando, Costume Moda Immagine in via Sant’Andrea 6, saranno esposte 170 fotografie d’epoca più vari documenti, “strumenti del mestiere”, reperti, periodici e quotidiani che documenteranno l’evoluzione della mala a Milano. Insomma, la storia di una città raccontata attraverso il suo lato più oscuro. Quarant’anni di vita che tracciano il volto tragico di una metropoli in rapida ascesa economica, in cui i fatti reali sembrano usciti dalla penna di un grande scrittore di gialli.
Rapina di via Osoppo – Conferenza stampa dei dirigenti della Squadra Mobile di Milano
Nella foto: il questore De Rosa con una delle armi sequestrate ai rapinatori @ArchiviFarabola [277788]
Sono queste le suggestioni che s’incontreranno nella mostra “MILANO E LA MALA. Storia criminale della città, dalla rapina di via Osoppo a Vallanzasca”, promossa da Comune di Milano | Cultura, Direzione Musei Storici, e organizzata dall’Associazione Spirale d’Idee.
Oltre alle 170 immagini d’epoca si potranno visionare documenti e “strumenti del mestiere”, come la celebre custodia del mitra di Luciano Lutring, o i dadi usati nelle bische e, ancora, le armi utilizzate dalla polizia per combattere il crimine, a documentare l’evoluzione della malavita in città, dai gruppi improvvisati all’affermazione del fenomeno malavitoso, attraverso personaggi e azioni che ne hanno segnato la storia.
Il bandito Renato VALLANZASCA dopo la cattura in un ” residence” alla periferia della città – FARABOLAFOTO 845256
Il percorso espositivo, ordinato cronologicamente, prenderà avvio dalla fine della seconda guerra mondiale e si dipanerà attraverso la famosa rapina di via Osoppo del 1958, definita “il colpo del secolo”: l’assalto di sette uomini a un portavalori che si impossessò di un bottino di oltre 614 milioni di lire senza neppure sparare un colpo. L’episodio rappresentò l’apice della Ligera, una forma di delinquenza tutta milanese che ebbe origine già nel XIX secolo, composta da piccoli gruppi di criminali e spesso “romanticamente” ricordata anche nelle canzoni popolari.
Rapina di via Osoppo – Conferenza stampa dei dirigenti della Squadra Mobile di Milano
Nella foto: Paolo Zamparelli, capo della Squadra Mobile di Milano (seduto), intervistato dai giornalisti – @ArchiviFarabola [277777]
L’assalto al portavalori di via Osoppo segnò la fine di questo tipo di malavita lasciando il campo, nel ventennio 1960-1980, a una nuova forma criminale strutturata in gruppi omogenei – anche di stampo mafioso – diretta al controllo del gioco d’azzardo, della prostituzione e, infine, del traffico degli stupefacenti. Tra i protagonisti di questa stagione nomi del calibro di Francis Turatello, Angelo Epaminonda, Renato Vallanzasca, che evocano nei ricordi dei milanesi atmosfere da Far West.
Rapina di via Osoppo: i furgone portavalori della Banca Popolare e l’autocarro OM Leoncino usato dai rapinatori circondati dai poliziotti e dai curiosi poco dopo la rapina – @ArchiviFarabola [273468]
A fare da sfondo a queste imprese c’è una metropoli come Milano che, a seguito del boom economico, si modifica in maniera profonda. La Milano della Mala è una città che vive anche di notte nelle bische, nei night club, nei circoli privati.
Processo Barbieri: Ezio Barbieri assiste in gabbia al processo – @ArchiviFarabola [31811]
L’esposizione documenterà tutte queste atmosfere, oltre a riportare in primo piano i quartieri della malavita: il Giambellino, l’Isola, la casba di via Conca del Naviglio e il Ticinese. Particolari focus saranno dedicati a specifici fenomeni – i sequestri reali e quelli solamente minacciati, i luoghi di detenzione e le rivolte carcerarie – e ai gruppi di feroci killer come i famigerati Apaches di Epaminonda che terrorizzarono la città nei primissimi anni Ottanta. Un importante e ulteriore approfondimento sarà rivolto agli eroici rappresentanti delle forze dell’ordine, in primis il commissario Mario Nardone e il futuro questore Achille Serra.L’esposizione si chiuderà idealmente con la sezione dedicata a Renato Vallanzasca, il bandito della Comasina, ultimo rappresentante di una malavita milanese che dai primi anni Ottanta lascerà il passo a nuove e più cruente forme di criminalità.
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