Tra le più antiche chiese della città, la Basilica di San Lorenzo Maggiore fu ricostruita e modificata più volte nelle forme esterne conservando quasi completamente la primitiva pianta di epoca tardo-antica: assieme alle antistanti colonne di San Lorenzo, un tempo parte dell’antiportico dell’edificio, è considerata tra i maggiori complessi monumentali di epoca romana di Milano. La basilica è inoltre ritenuta essere il primo edificio a simmetria centrale dell’Occidente Cristiano.
La pianta, la cui struttura è rimasta pressoché immutata dalla sua fondazione, è formata da un quadrato ed un cerchio sovrapposti, propriamente chiamato tetraconco, ovvero una pianta centrale di forma quadrata con quattro absidi, uno per lato.
Nel X secolo, probabilmente in età ottoniana, furono eseguite delle ristrutturazioni, forse con la partecipazione di maestranze bizantine che conservavano la conoscenza delle tecniche classiche di costruzione e decorazione.
Decorazioni sui pilastri
Decorazione di probabile origine bizantina
Monumento funebre a Giovanni Del Conte
Ultima cena (inizio XVI secolo). L’affrescatore ricopia nella struttura l’opera leonardesca attestandone la grande fama. Il gruppo della pietà, invece. è databile 1775 ed è eseguito in terracotta secondo i canoni dello stile sviluppatosi sui Sacri Monti dell’Italia del nord.
Pietà con San Martino, opera del XVI secolo di un maestro lombardo. Lo stile fa pensare ad Aurelio Luini.
La cappella di Sant’Aquilino, originariamente edificio a sé stante, è la maggiore del complesso e presenta una pianta ottagonale con nicchie alternatamente semicircolari e quadrate. L’ingresso alla cappella è preceduto da un atrio per il quale si entra passando per un portale marmoreo originale di epoca romana fittamente decorato con rilievi a tema vegetale e animale.
Inizialmente dedicata a San Genesio, nel XVI secolo la cappella fu ridedicata a sant’Aquilino, le cui reliquie furono poste nel sacello, su iniziativa dell’arcivescovo Carlo Borromeo.
Il sarcofago: per le sue dimensioni monumentali la tradizione cinquecentesca ne fa la tomba della regina bizantina Galla Placida, sposa di Ataulfo, re dei Visigoti morto a Barcellona nel 415.
Mosaico romano della cappella di Sant’Aquilino.
La cappella centrale che custodisce le spoglie di Sant’Aquilino fu voluta da CarloBorromeo alla fine del Cinquecento. La decorazione della volta a stucco e affresco fu realizzata da Gabriele Bossi e Giuseppe Galberio, mentre è di Carlo Urbino l’affresco con “Il ritrovamento delle spoglie del Santo”.
L’urna con le spoglie del martire è un capolavoro dell’oreficeria barocca, forgiata in argento e cristallo di rocca da Carlo Garavglia alla fine del Seicento.
La volta della cappella di San Sisto affrescata da Johann Christoph Storer
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