Comincio col dire che la fotocamera mi è arrivata per la prova quando già era impossibile circolare in città e quindi non era praticabile valutarla in una delle sue più interessanti funzionalità: l’uso per la fotografia da strada. Strade vuote, la possibilità di beccarsi una pesante multa, ma soprattutto di prendere un virus veramente cattivo, mi hanno obbligato a provarla tra le mura domestiche (per fortuna ho un giardinetto con dei bei fiori e un cortiletto dove i nipotini possono fare qualche giro in tondo con le biciclette).

Però questa quinta generazione della X100 che ha debuttato ben 10 anni fa affascina, sia per l’aspetto e lo stile un po’ retrò ma molto attuale, sia per l’integrazione di un hardware evoluto che la rendono una piccola X-Pro 3 con un bel 23mm f2 fisso, sia per il bellissimo mirino ibrido (vecchio telemetro o mirino digitale a seconda della bisogna). E poi è piccola ma non minuscola, quindi è leggera sta in una tasca capiente ma non in un taschino, ma quando la prendi in mano ti rendi conto della solidità  della qualità costruttiva. E poi fa foto meravigliose (beh, fa molto bene la sua parte, perché per fare foto meravigliose non ci vuole una favolosa fotocamera ma un buon fotografo).

Le caratteristiche principali della nuova X100V:

  • Sensore X-Trans da 26 MP
  • Lente riprogettata (ancora un pancake F2 da 23 mm, compatibile con i convertitori precedenti)
  • Filtro ND incorporato da 4 stop
  • Pannello LCD touchscreen articolato con risoluzione da 1,62 Mpixel
  • EVF OLED 3,69 Mpixel aggiornato, ottica OVF ridisegnata
  • Video sino a 4K / 30p con simulazione film Eterna e acquisizione interna F-Log (solo 8 bit)
  • Porta mircofono da 2,5 mm, presa cuffie tramite Usb-C con adattatore
  • A tenuta stagna ma solo se si utilizzano l’adattatore e il filtro
  • Slot singolo per scheda SD
  • Autonomia valutata a circa 350 scatti usando l’EVF (il mirino elettronico) e a 420 scatti usando l’OVF (il telemetro)

Ma ecco le differenze rispetto ai precedenti modelli X100:

  • Sensore e processore della X-Pro3 (e della X-T4) che rendono la X100V la più veloce di sempre
  • Il nuovo sistema di messa a fuoco automatica che offre una rilevazione più affidabile di viso e occhi
  • Le lenti ridisegnate che offrono una migliore nitidezza negli angoli (un problema rilevato da molti utenti delle versioni precedenti della fotocamera) e capacità di messa a fuoco ravvicinata
  • Il nuovo mirino che è più grande e ha un pannello Oled
  • Lo schermo posteriore che ora è articolato e la cui superficie è sensibile al tocco
  • Questo è la prima X100 con cui è possibile fare delle riprese video serie

Ma per chi è questa nuova Fujifilm?

Sicuramente non è la fotocamera per chi fa foto sportive o foto naturalistiche, dove è necessario cambiare spesso le ottiche e soprattutto usare zoom spinti. Ma per il resto si può adattare a tutti gli altri scopi, come foto di viaggio o architettura e, perché no, magari  anche come secondo corpo per i matrimoni. Certo ha un’ottica fissa, un 35mm equivalente nel formato Full Frame, e ciò obbliga a spostarsi per trovare l’inquadratura migliore e non semplicemente di lavorare sullo zoom, ma è poi un grosso difetto? Offre il suo meglio nello street photo perché piccola e poco appariscente e soprattutto pochissimo rumorosa anche se si usa l’otturatore meccanico e non quello elettronico. Ha tutti i comandi a portata di mano e i vari tasti sono personalizzabili per rispondere alle diverse esigenze dei fotografi. Ho trovato particolarmente interessante la possibilità di attivare un filtro ND integrato da 4 stop. La X100V è un fotocamera che nasce per essere sempre portata con se, senza altri orpelli. Abbastanza piccola e leggera da portare ovunque. Magari in una gita nei boschi vi imbattete in un bel ruscello. Come resistere a una bella foto con tempi lunghi? Se non avete con voi dei filtri ND i risultati spesso sono mediocri. La X100V ce l’ha integrato. Una bella comodità.

L’X100V eredita la stessa combinazione base di sensori e processori che abbiamo visto per la prima volta sulle fotocamere premium con obiettivo intercambiabile X-T3, X-T4 e X-Pro3. Ciò significa che offre una risoluzione di 26 MP grazie al sensore Bsi-Cmos X-Trans. L’estensione Iso va da 160 a 12800. A 6400 Iso la grana c’è ma non invasiva. Oltre lavorando in Jpeg il sistema interviene molto per limitare la grana e riduce fortemente i dettagli. Io ho trovato che si riesce a lavorare benissimo sino a 3200 Iso.

Con il nuovo 23mm f2 ci si può avvicinare di più al soggetto, ottenendo quasi una macro fotografia
Particolare al 100%

Tra i principali vantaggi di questo sensore c’è l’elevata velocità di lettura dei dati grezzi. In pratica ciò si traduce in una potenziale velocità continua di scatto con l’otturatore elettronico sino a 20 fps a piena risoluzione che arrivano a 30 fps con un ritaglio di 1,25x. Con l’otturatore meccanico la velocità continua di scatto scende a 11 fps, che comunque non sono pochi. Il nuovo sensore porta con sé anche un nuovo sistema di autofocus a rilevamento di fase (derivato da quello della X-Pro3), che ha 425 punti (erano 325 sulla X100F) distribuiti su quasi l’intero fotogramma. L’autofocus è più reattivo ed è stato migliorato anche il rilevamento di viso e occhi.

La X100V supporta Iso alti senza deteriorare troppo la foto

Ma una delle evoluzioni più interessanti della fotocamera non è subito individuabile perché a un primo esame non sembra sia cambiato dalle versioni precedenti: l’obbiettivo. Invece il 23mm f2 è stato completamente riprogettato. Rispetto al vecchio 23mm f2 la nuova ottica è molto più definita negli angoli, offre una migliore risoluzione, una minore distorsione e migliori prestazioni di messa a fuoco ravvicinata. Però le dimensioni complessive sono le stesse di prima ed è quindi possibile utilizzare gli accessori acquistati per le fotocamere precedenti, come le lenti di conversione grandangolo o tele, o i vari filtri.

Prova di Bracketing simulazione film: Velvia
Simulazione Astia
Simulazione Acros + filtro rosso

Tante funzioni software

Ma le potenzialità della fotocamera non riguardano solo l’elettronica ma anche tutte le funzioni a disposizione. Del filtro ND integrato abbiamo già parlato (è attivabile sia che si salvi in Jpeg sia in Raw o attivando entrambi i formati). Sulle simulazioni delle pellicole c’è poco da dire: sono uniche e come per la X-Pro3 è stata aggiunta la simulazione Classic Negative. Personalmente non amo particolarmente il formato Jpeg, perché è meno flessibile del Raw, ma con la X100V ti vien voglia di scattare in Jpeg per avere foto con la simulazione film che desideri. A questo riguardo, una funzione che trovo interessante è quella del bracketing simulazione film: si scelgono tre simulazioni diverse e si otterranno tre immagini con i colori (o i bianchi e neri) delle pellicole selezionate. Per esempio, io li ho impostati in Astia, Classic Negative e Acros con filtro rosso per avere anche il bianco e nero. Attenzione perché vi verranno generati tre Jpeg con le varie simulazioni film scelte e tre Raf ( i Raw della Fujifilm) praticamente identici.

Foto con il 28mm standard (35mm FF)
Zoom digitale che rende l’ottica un 50mm FF
Zoom digitale che rende l’ottica un 70mm FF

Un’altra funzione che mi ha stupito della X100V è lo zoom digitale. Certo il massimo della qualità la si ottiene con le lenti di conversione tele, soprattutto perché si può continuare a lavorare in Raw, ma lo zoom digitale della piccola Fuji è veramente notevole. Il frame non viene ritagliato, e lo scatto è  sempre a 26 Mpixel. La definizione è perfetta anche con lo zoom digitale al massimo.

Considerazioni finali

Dimensioni a confronto: la più grande Fujifilm X (la X-H1) e la più piccola (la X100V)

Diciamocelo, la X100V è una fotocamera bellissima, ma costosa. Certo, i suoi competitor più accreditati sono la Leica Q2, con i suoi 47 Mpixel di risoluzione ma con un prezzo al di la del bene e del male, o la Sony RX1R II, che attualmente si trova a un è prezzo decoroso ma che tecnologicamente è datata. Un concorrente più vicino è la Ricoh GR III: a livello tecnologico siamo più o meno sullo stesso piano, costa anche un po’ meno ma a livello “emozionale” è tutt’altra cosa. E non ha molte delle funzioni della Fuji. No, la X100V per ora è un prodotto unico: bella, leggera, sofisticata ma con quella linea retrò che personalmente a me piace tanto, con un telemetro che ti permette di concentrarti sull’inquadratura, senza essere distratto dal resto. E con tanta potenza a bordo, qualla delle ammiraglie Fujifilm.

Sequenza di foto fatte con la X100V. Il soggetto è sempre perfettamente a fuoco

Dopo tante lodi, ritengo che il prezzo per ora sia un po’ alto (1530 euro di listino). Ma Fujifilm ci ha abituati a improvvisi cashback e, quando disponibile in quantità, sul web si troveranno offerte a prezzi più vantaggiosi. Ma se prendo una X-T2 e un XF 23mm f2, non ottengo la stessa cosa a prezzo molto più vantaggioso? Ottengo un accrocchio più vantaggioso, che farà comunque meravigliose fotografie (perché sarà pure datata ma la X-T2 rimane una fotocamera eccezionale), ma che non ha le caratteristiche e le funzionalità della X100V.

Ultima considerazione: se ho una X100F vale la pena cambiare? Dipende. Se si vuole cambiare possedendo un modello precedente alla X100F direi sicuramente di sì, ma la differenza tra i due modelli, anche se a livello tecnologico ci sono tante piccole e grandi modifiche, non è così marcata da portare assolutamente all’upgrade. La nuova ottica e il nuovo sensore non “stravolgono” la qualità dell’immagine. Dietro a una buona foto non c’è solo la macchina, c’è un buon fotografo.

Purtroppo a Causa Covid non ho potuto fare molte foto visto che siamo tutti relegati in casa, ma appena potremo tornare a circolare liberamente cercherò di ampliare gli scatti pubblicati.