Canon ha pubblicato la ricerca sul potere del visual storytelling nella società moderna. La ricerca intitolata “Visual storytelling: Getting the Shot” rivela l’opinione dei fotografi professionisti riguardo al visual storytelling, a cosa serve per realizzare “la foto perfetta” e al futuro del fotogiornalismo. Canon ha condotto uno studio per analizzare il punto di vista dei fotografi professionisti e sostenere il loro impegno nella narrazione attraverso le immagini. La pubblicazione coincide con i festeggiamenti per i 26 anni di collaborazione con World Press Photo e precede l’annuncio dei vincitori dell’edizione 2018, che avrà luogo il 12 aprile.

Migranti dalla Nigeria piangono e si abbracciano in un centro di detenzione per migranti e rifugiati a Surman, Libia, nell’agosto 2016. In questo centro si trovano centinaia di donne, in condizioni precarie. La maggior parte ha tentato di raggiungere l’Europa attraversando il Mediterraneo sulle barche dei trafficanti. Il fotografo Daniel Etter ha vinto il terzo premio del World Press Photo Contest nel 2017 nella categoria Contemporary Issues – Scatti singoli con questa immagine, La trappola dei migranti in Libia. Scatto realizzato con Canon EOS 5D Mark III e obiettivo Canon EF 24-70mm f/4L IS USM. © Daniel Etter

Gli ingredienti chiave di una storia di successo

Alla richiesta di stilare una classifica degli elementi più importanti per un visual storytelling di successo, il 55% degli intervistati ha messo al primo posto “provocare un cambiamento di prospettiva su un argomento o un problema“. Altri ingredienti ritenuti essenziali per realizzare un’immagine efficace sono: suscitare emozione (48%), avere un forte supporto narrativo (31%), rivelare una storia inedita (25%) e avere una buona composizione (24%).

Durante il corso della storia, i fotoreporter sono stati guidati dalla passione per la ricerca dello “scatto unico”: una storia visiva che innesca il dibattito, ispira l’azione e altera le prospettive” , afferma Lee Bonniface, CIG Marketing Director di Canon Europe. “Le storie illuminano l’inosservato e danno voce all’inascoltato. Ci raccontano verità che non devono essere ignorate e ci sfidano ad agire. Apprezziamo i fotogiornalisti che superano i limiti per raccontare storie controverse e stimolanti, che devono essere narrate.”

L’opera More Than a Woman, del Canon Ambassador Giulio Di Sturco, è candidata al premio Contemporary Issues – Scatti singoli. Il 3 febbraio 2017 il Dr Suporn Watanyusakul mostra alla paziente Olivia Thomas i suoi nuovi organi genitali, dopo l’intervento di cambio di sesso presso l’ospedale di Chonburi, nei pressi di Bangkok, in Thailandia. Scatto realizzato con Canon 5D Mark III e obiettivo Canon EF 24-70mm f/2.8 II USM © Giulio Di Sturco

Quando un fotoreporter sa di avere colto un’immagini unica?

Più della metà degli intervistati (56%) è concorde nell’affermare che si tratta di una sensazione improvvisa, avvertita immediatamente dopo lo scatto.

Giulio Di Sturco, Canon Ambassador e candidato al premio World Press Photo 2018, è dello stesso parere. “Quando realizzi lo scatto perfetto, lo sai e basta. Senti che ogni cosa nell’inquadratura si trova al posto giusto e soprattutto capisci di avere catturato l’essenza della storia.”

Daniel Etter ha fotografato due amici armati di fionde nel campo dei minatori delle Jaintia Hills, Meghalaya, India, il 21 ottobre 2010. Durse (a sinistra), lavorava nelle miniere, mentre il suo amico Nunu viveva lì con la sua famiglia. Scatto realizzato con Canon EOS 5D Mark II e obiettivo Canon EF 35mm f/1.4L USM. © Daniel Etter

Il futuro del fotogiornalismo

Per quanto riguarda la domanda sul futuro del fotogiornalismo, le opinioni si dividono. Più di un terzo (37%) crede che ci sarà un aumento nel fotogiornalismo di qualità, dovuto alla crescita dei social media e alla facilità con cui si condividono le immagini e si raccontano le storie online (45%). Il 32% crede invece che il mondo del fotogiornalismo sia destinato a un declino, causato dall’aumento del giornalismo partecipativo (35%), dalla contrazione degli strumenti d’informazione tradizionali (26%) e dalla riduzione delle funzioni del fotoreporter (20,5%)

È essenziale continuare a sostenere i fotoreporter di oggi, oltre a impegnarci a coltivare la generazione futura, per garantire che le storie che devono essere raccontate continuino ad avere voce“, conclude Lee Bonniface.

Gli intervistati hanno inoltre riconosciuto l’importanza della tecnologia per il futuro del visual storytelling. Mentre molti credono che la realtà virtuale (52%) e la realtà aumentata (49%) svolgeranno un ruolo importante, l’attrezzatura del 47% dei professionisti non si è ancora spinta oltre le reflex full frame, gli obiettivi e gli accessori. Infine i fotografi sono fermamente convinti che, nonostante i progressi tecnologici, esperienza e competenze siano imprescindibili: il 96% afferma infatti che ci sarà sempre bisogno di un rilevante ruolo umano nel processo creativo.

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