Rovigo: piccola destinazione, grande scoperta

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Quante ricchezze custodiscono e rivelano le piccole destinazioni italiane suscitando meraviglia per tanta bellezza che lascia intravedere storie del passato e di popoli provenienti da ogni dove?
Con diverse azioni di marketing, dalla fine del 2015, Rovigo Convention & Visitors Bureau, promuove con impegno le ricchezze storiche artistiche culturali della città e dei borghi limitrofi oltre al Delta del Po, definito da Mab Unesco scrigno prezioso di biodiversità.  Un grande patrimonio che comprende monumenti, teatri, palazzi pubblici e privati sede di mostre d’arte temporanee e di eventi culturali.

Punto di partenza degli itinerari è uno spazio arioso e sempre verde dove spiccano le Due Torri, simbolo della città, resti dell’antico castello medievale: Torre Donà, la più alta delle due torri, e Torre Grimani detta Torre Mozza, la più piccola, sono circondate dai resti di un muro fortificato. La nobile famiglia d’Este di Ferrara fece fortificare la città di Rovigo nel Medioevo e fece costruire un castello insieme alle torri di difesa. L’anima di Rovigo si vede poi addentrandosi verso il centro.

Passando per Piazza Vittorio Emanuele, piazza principale del centro storico, vero cuore pulsate di Rovigo su cui si affacciano il Palazzo Roverella e il Palazzo Roncale, la Loggia dei Nodari, sede del municipio, oltre all’Accademia dei Concordi, principale istituzione culturale della città.  Spicca, quasi a dare il benvenuto, la colonna con il Leone veneziano, testimone dell’ex appartenenza alla Repubblica ducale di Venezia.

Palazzo Roverella – Commissionato dall’anziano Cardinale Bartolomeo Roverella nel 1474, con la sua mole imponente l’edificio doveva testimoniare il grande prestigio raggiunto dalla famiglia dei Roverella, stabilitasi a Ferrara, ma originaria della provincia di Rovigo. Alla fine della seconda guerra mondiale, fu iniziato il restauro della facciata la quale, si presenta particolarmente armoniosa grazie anche al gioco cromatico creato dal rosso del mattone e dal bianco dei marmi.

I lavori di ristrutturazione interna, iniziati nel 2000 ed eseguiti dal Comune di Rovigo e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, hanno portato alla riqualificazione di questo importante bene immobile, rendendolo prestigiosa sede della Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi e del Seminario Vescovile.

Da oltre 10 anni, Palazzo Roverella ospita mostre d’arte di importanza nazionale e internazionale proponendo percorsi di scoperta e visitazione artistica che comprendono anche il vicino Palazzo Roncale del ‘500.  Le mostre hanno contribuito molto a far conoscere Rovigo ed oggi attirano circa 60.000 visitatori ogni anno, dato considerevole che ha permesso di far conoscere anche le altre ricchezze artistiche della città.

 

Accademia dei Concordi – Istituita nel 1580 per iniziativa di Gaspare Campo, è l’istituzione culturale più importante della città e rappresenta un punto di riferimento costante per il territorio della provincia di Rovigo, e non solo, con le sue innumerevoli attività di promozione della cultura e delle arti. Da oltre 400 anni l’Accademia svolge un ruolo sociale essenziale per la comunità locale e per tutti gli studiosi e letterati che traggono fonte di ricerca e ispirazione dal suo patrimonio storico e culturale.

Oggi l’Accademia mette a disposizione del pubblico una Biblioteca ricca di oltre 300.000 documenti, una Pinacoteca che conta più di 400 opere di arte veneta dal sec XIV al sec. XVIII dove si possono ammirare i capolavori di Nicolò di Pietro, Giovanni Bellini, Palma il Vecchio, Sebastiano Mazzoni, Girolamo Forabosco, Giambattista Piazzetta, Giambattista Tiepolo, Alessandro Longhi, Rosalba Carriera. La sezione dei ritratti accademici riunisce una straordinaria serie di ritratti di personaggi illustri di Rovigo e di protettori dell’Accademia dei Concordi tra cui il magnifico ritratto di Antonio Riccobono di Gianbattista Tiepolo. Parte della Pinacoteca dei Concordi e del Seminario Vescovile trovano sede oggi nel prestigioso Palazzo Roverella.

Il patrimonio artistico conta anche 500 reperti di arte egizia tra cui due mummie, appartenenti alla Collezione Valsè Pantellini, numericamente la più consistente del Veneto, merito di figure di primissimo piano quali Giovanni Battista Belzoni, esploratore e pioniere dell’archeologia e dello stesso rodigino Giovanni Miani, esploratore delle sorgenti del Nilo.

Tra il 1878 e il 1879, l’arrivo a Rovigo dei cinque capienti cassoni zeppi di reperti egizi da parte di Giuseppe Valsè Pantellini (Rovigo 1826 – Fiesole 1890), rodigino in esilio a il Cairo a causa della partecipazione ai moti d’insurrezione del Polesine nel 1848. Qui iniziò la sua attività imprenditoriale investendo prima nel Grand Hotel della città, ribattezzato “New Hotel”, quindi nell'”Hotel d’Europe”, mete principali di viaggiatori in arrivo o transito e, soprattutto, di egittologi di grande fama, quali Auguste-Édouard Mariette e Gaston Camille Charles Maspero. La fama di Pantellini cresce a tal punto che l’allora Presidente Lorenzoni dell'”Accademia dei Concordi di Rovigo” si rivolge al suo concittadino per realizzare un museo egizio proprio nella sua città natale. 

Le due mummie, una di giovane donna “Meryt” e l’altra di un ragazzo “Baby”, reperti di punta della donazione Valsè Pantellini, vengono da allora conservate in una teca nella stessa posizione che avevano al loro arrivo dall’Egitto: “Baby” adagiato su “Meryt”, quasi come se la donna, anche nell’Oltretomba, volesse proteggere il “cucciolo” d’uomo.  Nel 2018 la mostra dedicata all’Egitto ha portato a Rovigo in poco meno di 3 mesi ben 11.000 presenze a testimoniare il grande interesse che ancor oggi suscita la storia egizia.

Continuando a passeggiare nel centro storico, dopo Piazza Vittorio Emanuele II s’incontra Piazza Garibaldi con il monumento equestre dell’Eroe dei Due Mondi, realizzato dallo scultore Ettore Ferrari, finanziato nel 1896 da tutti i comuni polesani. La pavimentazione della piazza, di formazione ottocentesca, si possono intravedere i resti della chiesa demolita di Santa Giustina.

Adiacente allo storico Caffè Borsa (oggi Thun Caffè), si trova il Palazzo Pretorio, sede storica della Camera di Commercio il cui insediamento risale intorno alla metà dell’800 costringendo una ristrutturazione del piano terra e la conseguente nuova disposizione degli spazi E’ del 1929 la realizzazione del Salone della Borsa chiamato “Salone del grano” nel corpo centrale, con la grande volta a botte vetrata, costituita da riquadri di vetro sostenuti da una struttura in legno e ferro, e il pavimento a mosaico con al centro gli stemmi della Provincia e della Camera.

Dal 2014 il Salone del Grano, dopo 5 anni di ristrutturazione è diventato spazio per meeting ed eventi.

Poco dopo si trova il Teatro Sociale, riconosciuto tra i teatri italiani di tradizione, punto di riferimento di molti appassionati di lirica non solo residenti. Eretto fra il 1817 ed il 1819, rispecchiando la convinzione dell’epoca che considerava il melodramma come il genere di spettacolo meritevole della massima considerazione ed è la migliore testimonianza della melomania dei rodigini, nonostante le ristrettezze economiche, coltivavano fin dal ‘600.

La costruzione, di stile neoclassico, presenta un atrio a portico, un fastoso foyer decorato con pitture e una sala con platea e quattro ordini di palchi. Nel portico alcune lapidi ricordano avvenimenti rilevanti nella storia del teatro come ad esempio l’incendio che lo distrusse nel 1902 o il debutto, nel 1914 del tenore Beniamino Gigli.

Nel 2019 il Teatro Sociale festeggia il suo bicentenario di attività con stagione lirica, prosa e danza.

Il secondo simbolo di Rovigo è il Tempio della Beata Vergine del Soccorso detto “La Rotonda”, vero gioiello dalla pianta ottagonale, all’interno sorprende con un doppio ciclo pittorico del ‘600 costituito da 22 grande tele che celebrano i Podestà o provveditori veneziani che si sono susseguiti a capo della città e 8 tele che raccontano le storie della Maria, oltre all’altare tutto dedicato alla Madonna come segno di devozione per i 115 eventi ritenuti prodigiosi e pubblicati nel 1595 in un opuscolo illustrato dal cronista locale Celio Nicolo.

Il Tempio, realizzato nel XVI secolo da Francesco Zamberlan, allievo di Palladio, è davvero emozionante. Entrando si nota subito il contrasto tra l’essenzialità degli esterni e la ricchezza decorativa dell’interno, vero e proprio scrigno d’arte dove nessuna superficie è lasciata libera di dipinti e sculture. Da sottolineare il ciclo pittorico del ‘600 ad opera di diversi protagonisti della pittura veneta tra cui Francesco Maffei, Andrea Celesti e Alessandro Varotari.

Per comprendere la storia antica che lega le civiltà sviluppatesi lungo i fiumi e dunque anche il territorio della provincia di Rovigo, stretto tra i corsi terminali dei due maggiori fiumi italiani, l’Adige e il Po, basta visitare il Museo dei Grandi Fiumi, all’interno del Monastero degli Olivetani, complesso architettonico del XIII sec, attualmente sede di cerimonie civili e di suggestivi spettacoli ed eventi. Il Museo raccoglie prevalentemente materiali archeologici provenienti, quasi esclusivamente, da ricerche e raccolte effettuate in anni diversi nel Medio e Alto Polesine. I materiali archeologici presenti documentano la storia del Polesine dall’età del Bronzo al periodo rinascimentale. Questo lo rende interessante anche per i più piccoli che vogliono percorre un lungo pezzo di storia antica grazie a una serie di bellissimi allestimenti scenografici e videoclip.  

Non solo gli appassionati di archeologia, ma tutti coloro che desiderano capire la storia delle civiltà fiorite lungo i fiumi possono cogliere l’occasione di visitare a Fratta Polesine il Museo Archeologico Nazionale della Frattesina, presso Villa Badoer patrimonio Unesco, ed il Museo Archeologico Nazionale di Adria.

Rovigo riuscirà a sorprendere anche per i suoi esempi di archeologia industriale come il Centro Servizi – Rovigo Fiere un complesso di edifici, oggetto di recupero e trasformazione d’uso dell’antico zuccherificio di

Rovigo: qui trovano sede, oltre a differenti spazi per convegni ed esposizioni, il Consorzio Universitario Rovigo CUR, il Polo tecnologico con incubatore di start-up e PopLab e il nuovo Polo Culturale “La Fabbrica dello Zucchero” che prende il nome proprio dalla sua stessa sede.  Il nuovo progetto culturale nasce da un’idea di Ente Rovigo Festival e Associazione Balletto “Città di Rovigo”, in collaborazione con Cen.Ser Spa.

La Fabbrica dello Zucchero punta a diventare un riferimento per le arti visive e performative proponendosi come “contenitore” di percorsi di formazione permanente per giovani e adulti, uno spazio da vivere quotidianamente all’insegna dell’integrazione e della contaminazione. Qui, creativi e giovani artisti possono trovare una diffusa attività di promozione culturale radicata sul territorio e, al contempo, una progettualità originale, di respiro nazionale e internazionale, connotata negli ambiti del teatro, la danza, la musica e il cinema.

I dintorni di Rovigo

I dintorni di Rovigo fanno parte di quel patrimonio artistico culturale di cui talvolta si ignora la grandezza e unicità. Dove storia e natura, tradizione e innovazione si fondono in un territorio ricco di eccellenze ancora poco conosciute, alla scoperta di un turismo capace di sorprendere diversamente nelle varie stagioni.

A soli 16 km da Rovigo è possibile raggiungere Fratta Polesine, famosa anche per la presenza di Villa Badoer e per le vicende di personaggi illustri legati alla storia del Risorgimento italiano.

Villa Badoèr, detta La Badoèra, firmata da Antonio Palladio e costruita tra il 1556 e il 1563 su commissione di Francesco Badoèr.

È la prima villa in cui l’architetto vicentino utilizza pienamente un pronao con frontone in facciata. Le sale del piano nobile sono finemente decorate da grottesche di bellissima invenzione dal Giallo Fiorentino. L’edificio, insieme alle altre ville palladiane del Veneto, è inserito dal 1996 nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.

Vale la pena di visitare anche il Museo Archeologico Nazionale di Fratta, inaugurato nel 2009 presso le Barchesse di Villa Badoer. Rappresenta l’esito di oltre 40 anni di ricerche in Polesine, in particolare relativa alla tarda età del bronzo. I materiali esposti, sicuramente tra i più considerevoli in ambito europeo, sono riconducibili ai villaggi che popolano l’antico fiume tra il XII e il X secolo a.C. Il nucleo di manufatti più importanti risalgono al villaggio di Frattesina e alle due necropoli ad essa correlate rinvenute in località Narde e Fondo Zanotto.

L’occhio verrà attratto anche da Villa Grimani-Molin-Avezzù, col suo prezioso ciclo di affreschi e la sua magnifica architettura risale al XVI secolo. Contemporanea alla vicina Villa Badoer, è diventata, anch’essa, edificio di prestigio di Fratta Polesine. Gli ambienti interni presentano una decorazione ad affresco basata principalmente sui temi dell’amore e della fecondità. 

Poco distante la Casa Museo Giacomo Matteotti, recentemente restaurata nelle strutture e negli arredi, ospita eleganti e sobrie ambientazioni originali nei primi due piani e nel sottotetto l’ampia e approfondita sezione documentaria. La Casa Museo, permette di immergersi, nella vicenda umana e politica di Giacomo Matteotti, straordinario protagonista della storia italiana del novecento.  Fratta è terra di Risorgimento ed ogni secondo weekend di novembre viene rievocato l’evento storico di una cena carbonara a Villa Grimani Molìn Avezzù e la festa di San Martino la domenica.

Lendinara, a circa 10 km da Rovigo. Da visitare assolutamente il Santuario della Beata Vergine del Pilastrello, luogo di devozione mariana sia in passato che tutt’oggi, sviluppatasi già a partire dal ‘500 attorno ad una scultura lignea della Beata Vergine con il Bambino, divenuto in seguito sede di una comunità monastica benedettina-olivetana e arricchitosi di una ricca collezione di opere d’arte di scuola veneta tra i quali i pittori Paolo Veronese e il Tintoretto e gli scultori veneziani Morlaiter e Marchiori.

Nel centro storico s’incontrano la Piazza Risorgimento, piazza principale con l’antica ed elegante Torre dell’Orologio e l’imponente Palazzo Pretorio (XV sec.), Palazzo Malmignati, recentemente frutto di una grande ristrutturazione che lo porta oggi ad essere una delle sedi più adatte ad eventi e meeting, il Teatro Ballarin con un programma di spettacoli di tutto rispetto e un altissimo numero di abbonati e Palazzo Boldrin che dopo una encomiabile ristrutturazione è oggi sede della Cittadella della Cultura con una Biblioteca che custodisce libri del 500 e 600. Su tre piani sale meeting di varia capacità e testimonianze del Risorgimento. Infine, non si può perdere Villa Dolfin-Merchiori con un parco immenso che d’estate diventa teatro di spettacoli all’aperto.

Ritornando verso Rovigo in una piccolissima frazione di Villamarzana, si scorge una elegante villa cinquecentesca, annoverata tra le ville venete, leggermente nascosta dall’ampio parco piantumato.

Villa Cagnoni Boniotti, luogo affascinante per cerimonie, concerti ed eventi aziendali. La Villa nasce in seguito al processo di riconversione dei capitali da mercantili ad agrari che, a partire dalla seconda metà del ‘500, ebbe notevole impulso. Infatti, secondo alcuni documenti, l’anno di costruzione del complesso risalirebbe al 1589. La Villa, inoltre, venne utilizzata dai Carbonari, che hanno lasciato tracce evidenti: durante i lavori di restauro sono merse tracce dell’esistenza di un tunnel segreto che corre sotto la Villa e si narra che esso continuasse sino a raggiungere Fratta Polesine.

Villa Nani Mocenigo a Canda, fatta costruire dai nobili veneziani a partire dal 1580 e ultimata nel 1584 probabilmente su direzione dell’architetto Vincenzo Scamozzi, allievo del Palladio, sebbene qualcuno l’attribuisce all’architetto Baldassare Longhena. La mappa del parco risale al 1775, con l’impostazione di parco all’inglese, con numerose statue a soggetto mitologico, scolpite su pietra dei monti Berici, di pregevole fattura settecentesca e attribuite sia alla bottega degli Albanese di Vicenza sia al veneziano Alvise Tagliapietra. Il parco ogni anno, grazie al grande impegno del Comune è lo scenario perfetto di una delle tappe del Festival Tra Ville e Giardini.

Purtroppo, non si sono ancora trovate adeguate risorse finanziarie per il suo restauro e tale patrimonio storico-architettonico rischia di essere compromesso.

Da Rovigo andando verso est si può visitare Adria, cittadina antica che ha dato il nome al Mare Adriatico. Fondata dagli Etruschi, è tra le città più antiche del Veneto (X – VI a.C.), porto di fiume, punto strategico dei trasporti fluviali dell’era paleo veneta. Qui sarà possibile la visita guidata al Museo Archeologico Nazionale che raccoglie preziosi reperti di arte greco-romana-etrusca ed una passeggiata nel centro storico, per concludere con la Cattedrale dei SS. Pietro e Paolo e la suggestiva Cripta.

Anche il piccolo comune di Canaro, a 20 km da Rovigo, vale una sosta per visitare il MUVIG, nuovo museo virtuale dedicato alle opere di Benvenuto Tisi da Garofolo che qui, grazie ad installazioni multimediali, si possono ammirare in un percorso suggestivo, particolarmente adatto alle scolaresche.

Infine, va menzionato il Museo della Giostra di Bergantino, a 50 km da Rovigo, nell’alto Polesine, che assieme a Melara costituiscono il cuore pulsante del distretto della giostra dove sapienti mani artigiane, contaminate da tecniche di ingegneria aerospaziale, costruiscono giostre per i parchi divertimento di tutto il mondo.

Non solo arte e architettura sul territorio ma agriturismi e fattorie didattiche situate nei dintorni di Rovigo, votati al green, lasciano scoprire i tratti caratteristici della provincia di Rovigo che fonda le sue radici nella ruralità che, oltre a custodire un grande patrimonio di tradizioni, genera le eccellenze produttive locali rappresentate dal distretto ortofrutticolo (Lusia e Rosolina) e ittico (Sacca Scardovari)

Manifestazioni culturali più importanti

Negli anni sono molte le iniziative culturali consolidate ed altre nuove che stanno arricchendo sempre di più il calendario annuale distribuito nelle diverse stagioni.

Le mostre d’arte di Palazzo Roverella d’autunno rientrano nei grandi eventi capaci di richiamare nell’arco di 4 mesi (fine settembre – fine gennaio) una media di 40.000 visitatori a cui si sommano i visitatori delle mostre di primavera (fine marzo – fine giugno) che si attestano sulle 15-20.000 presenze.

L’autunno, oltre all’avvio del cartellone del Teatro Sociale, vede anche il proliferare di piccoli eventi culturali diffusi nei vari spazi pubblici e concentrati ad ottobre, quando si affianca la fiera tradizionale che anima la città con le sue caratteristiche bancarelle.

Nei dintorni di Rovigo spicca la Rievocazione Storica di “Fratta Carbonara” che si tiene ogni anno il secondo weekend di novembre.

Da qualche anno la primavera presenta il “Maggio Rodigino” un contenitore culturale che presenta 4 manifestazioni per ogni weekend: Rovigoracconta festival della letteratura, Contaminazioni percorso musicale realizzato dal Conservatorio F.Venezze di Rovigo, Festival Biblico nato a Vicenza, ma oggi diffuso in tutto il triveneto, Rovigo Comics festival dedicato al mondo del fumetto e del cosplay. 

L’estate offre invece i festival più longevi:

Delta Blues giunto alla sua 31 edizione, nato nel 1988 è tra i festival di maggior tradizione nel panorama europeo, da sempre attento a proporre lo spirito e le vicende del blues che la storia vuole siano iniziate nel 1903 a Clarksdale. Il nostro Mississippi è il Delta del Po!

Tra Ville e Giardini giunto alla sua XIX edizione, un viaggio lungo i luoghi più belli del Polesine, tra giardini di ville, tenute rurali o gli spazi suggestivi antistanti agli edifici di archeologia industriale più noti che diventano il setting ideale di spettacoli di musica e teatro di grande qualità permettendo ad artisti e spettatori di visitare le piccole grandi ricchezze del nostro territorio al termine delle performance.

L’evento conclusivo dell’estate è Rovigo Cello City nove giorni di concerti e masterclass per violoncello a Rovigo che portano in città musicisti prestigiosi che accompagnano e valorizzano lo studio di tanti studenti del Conservatorio F.Venezze.

Fiere tradizionali

Ottobre Rodigino è un insieme di manifestazioni ricadenti nell’ambito organizzativo della fiera di ottobre che copre tutto il mese di ottobre. L’istituzione della Fiera risale al 1482 e fu per molti secoli una delle più importanti del Veneto. Le manifestazioni legate all’opera musicale avvenivano al Teatro Lavezzo, oggi Teatro Sociale, e costituivano grande attrazione. In effetti l’Opera divenne il richiamo per le popolazioni Polesane e Venete che con l’occasione approfittavano del mercato. Nel 1669, per favorire il commercio del bestiame, fu istituito il “mercato franco”, che per molti anni si svolse l’ultimo martedì di ogni mese. Un martedì senza dazi né gabelle. Dal 1822 ha luogo il primo martedì di Fiera e la regola dice che il “marti franco” sia fissato il primo martedì dopo il 20 ottobre. 

Sapori locali

Terra fertile e generosa con 5 prodotti certificati DOP-IGP: insalata di Lusia, radicchio di Rosolina, riso del Delta, aglio bianco polesano, cozza di Scardovari, a cui si affiancano ortaggi, salumi, panificati (pane biscotto di Loreo e Ciabatta polesana di Adria e molte altre perle come l’Ostrica Rosa!!

I caratteristici ristoranti della zona preparano speciali menù di terra e di mare ricchi di prodotti tipici, trasformati in prelibatissimi piatti. Tutti da gustare…

Panzeri

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