Dov’è Santa Maria dei Miracoli? Uscendo dal caos di Piazza Duomo proseguendo per Corso Italia, dopo aver superato la circonvallazione interna (via Santa Sofia) si scopre una chiesa morigerata, che poco si vede perché circondata da mura che ne limitano lo sguardo. Si tratta del Santuario di Santa Maria dei Miracoli. Ma appena superate le mura già lo sguardo sulla facciata e sul bel porticato è appagante, tanto è la ricchezza di statue e orpelli.
La chiesa di Santa Maria dei Miracoli fu costruita nel 1493 accanto alla preesistente basilica romanica di San Celso, in sostituzione di una precedente cappella del 1430 che accoglieva un’icona miracolosa della Madonna (ancora presente nella Basilica).
È del 1504 il progetto del grande porticato antistante la facciata e che la nasconde dai passanti di corso Italia. Nel 1513 si decise di modificare il progetto originario, a croce latina con un’unica navata, aggiungendo le navate laterali e il deambulatorio.
Il progetto coinvolse i giù importanti architetti lombardi del ‘500 e nn è un caso che l’interno risulti un modello dello stile tardo rinascimentale milanese.
La chiesa accoglie pregevoli opere d’arte, che segnarono il passaggio dalla stagione manieristica a quella della Controriforma.
L’affresco trecentesco della vecchia chiesa, rimasto nella navata sinistra, fu visto lacrimare nel 1620, confermando la miracolosi del luogo, ed è per questo che si deve la denominazione di basilica.
Molto interessante è l’olio su tela “Trasporto del corpo di Gesù” di Giulio Cesare Procaccini. Il pittore giunte se a Milano nel 1585 e una decina di anni dopo iniziò la sua attività al Santuario, inizialmente come scultore (alcuni rilievi scultorei della facciata) ma poi come pittore. Oltre a questo bellissimo quadro dipinse anche la pala “Il martirio dei santi Nazzaro e Celso“. Ma è soprattutto interessante quest’ora, perché le figure sono disposte secondo una dimensione verticale piuttosto accentuata e la gamma cromatica è giocata sull’accostamento di colori piuttosto stridenti, di derivazione manierista. Ma ecco alcuni dettagli interessanti del quadro: