Ischia è un’isola posta all’estremità settentrionale del golfo di Napoli e a poca distanza dalle isole di Procida e Vivara (collegata a Procida con un ponte) ed è la maggiore delle Flegree. Con i suoi 64.115 abitanti è la terza più popolosa isola italiana, dopo Sicilia e Sardegna. In antichità era nota col nome Pithekoussai o Pithecusae (a Lacco Ameno il museo archeologico è chiamato proprio Pithecusae).
Tutta l’isola è meravigliosa. Ma puntiamo oggi la nostra attenzione sul Castello Aragonese, posto su un a piccola isola vicino alla città di Ischia, collegata con una comoda strada pedonale alla terra ferma.
Il castello aragonese è il simbolo di Ischia, non solo della sua cittadina principale ma di tutta l’isola. Dall’avamposto del greco siracusano Gerone I alla conquista di Alfonso d’Aragona, dai fasti del matrimonio di Vittoria Colonna al bombardamento inglese del 1809, dal totale abbandono al recupero grazie all’intuizione di un lungimirante avvocato ischitano, il castello racchiude venticinque secoli di storia tra chiese, conventi, prigioni, rigogliosi giardini e belvedere mozzafiato sospesi tra cielo e mare in un’atmosfera fuori dal tempo.
La costruzione del primo castello risale al 474 a.C. sotto il nome di Castrum Gironis, ovvero “castello di Girone”, in onore del suo fondatore. In quell’anno, infatti, il greco Gerone I detto il tiranno di Siracusa prestò aiuto con la propria flotta ai Cumani nella guerra contro i Tirreni, contribuendo alla loro sconfitta al largo delle acque di Lacco Ameno. Debitori di tale intervento, i Cumani decisero allora di ricompensare l’alleato cedendogli l’intera isola. Il nome Castrum Gironis però, potrebbe derivare dal “giro di mura” fortificate che circondava l’isolotto di roccia trachitica.
La fortezza venne poi occupata dai Partenopei, ma nel 315 a.C. i Romani riuscirono a strappar loro il controllo dell’isola e vi fondarono la colonia di Aenaria. Il Castello venne utilizzato come fortino difensivo e vi furono edificate anche alcune abitazioni ed alte torri per sorvegliare il movimento delle navi nemiche.
Nei secoli successivi la fortezza di Gerone fu radicalmente trasformata, in modo da fungere da rifugio sicuro per la popolazione contro i saccheggi di Visigoti, Vandali, Ostrogoti, Arabi, Normanni (1134-1194), Svevi (1194-1265) e Angioini (1265-1282). L’eruzione dell’Arso del 1301 fornì un notevole incentivo allo sviluppo dell’insediamento urbano: distrutta la città di Geronda gli Ischitani si rifugiarono nel castello che garantiva maggiore tranquillità e sicurezza, dando vita ad un vero e proprio rifugio in cui vivere.
Si deve però agli Aragonesi la moderna fisionomia del castello: un costello a forma quadrangolare, con mura fornite di quattro torri. Partendo dal vecchio maschio di età angioina, nel 1441 Alfonso V d’Aragona diede vita ad una struttura che ricalcava quella del Maschio Angioino di Napoli. All’interno dell’edificio erano posti gli alloggi reali e quelli riservati ai cortigiani, alla truppa e ai servi. Ai piedi del castello fu invece posta una casamatta, adibita a quartiere della guarnigione addetta alle manovre del ponte levatoio.
Nella seconda metà del Settecento, cessato il pericolo dei pirati, la gente cominciò ad abbandonare il castello, in cerca di una più comoda dimora nei vari comuni dell’isola per poter curare meglio le attività economiche principali: la coltivazione della terra e la pesca.
Nel 1809 le truppe inglesi assediarono l’isolotto, sotto il comando francese, e lo cannoneggiarono fino a distruggerlo quasi completamente. Nel 1823 Ferdinando I, re delle Due Sicilie ed esponente della dinastia borbonica, allontanò gli ultimi 30 abitanti, riconvertì la fortezza a luogo di pena per gli ergastolani e trasformò le stanze in alloggi per le guardie carcerarie. Il castello divenne, a partire dal 1851, prigione per i cospiratori contro il Regno delle Due Sicilie, tra i quali Carlo Poerio, Luigi Settembrini, Michele Pironti e Pasquale Battistessa. Nel 1860, con l’invasione di Giuseppe Garibaldi, Ischia fu annessa al Regno d’Italia e il carcere politico fu soppresso.
L’8 giugno 1912 l’amministrazione del demanio, con trattativa privata, pose il castello aragonese in vendita all’asta. Da allora l’isola è gestita da privati, che ne curano i restauri e la gestione. Il castello è aperto al pubblico ed è una meta turistica.