5 (100%) 1 vote

Inizia oggi a Palazzo Reale a Milano la bella mostra Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia. Ne hanno parlato ieri alla conferenza stampa di presentazione Domenico Pirana, Direttore di Palazzo Reale, Franco Moscetti, Amministratore Delegato del Gruppo 24 Ore, Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura del Comune di Milano e Bernard Aikema che ha curato la mostra. Si tratta di un progetto originale che racconta l’apice del Rinascimento tedesco nel suo momento di massimo fulgore e di grande apertura verso l’Europa, grazie a un’importante selezione di opere di Albrecht Dürer (1471 – 1528) e di alcuni grandi artisti tedeschi e italiani suoi contemporanei.

Da sinistra a destra; Domenico Pirana, Direttore di Palazzo Reale, Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura del Comune di Milano e Franco Moscetti, Amministratore Delegato del Gruppo 24 Ore.

La mostra offre ai visitatori la possibilità di ammirare circa 130 opere tra cui 12 dipinti di Albrecht Dürer, insieme a 3 acquerelli e circa 60 tra disegni, incisioni, libri, manoscritti, rivelando così il carattere innovativo della sua arte dal punto di vista tecnico, semantico e iconografico.

Bernard Aikema, Professore di Storia dell’arte moderna all’Università di Verona

Il corpus del maestro di Norimberga è affiancato da alcune opere significative di artisti tedeschi suoi contemporanei come Lucas Cranach, Albrecht Altdorfer, Hans Baldung Grien, Hans Burgkmair e Martin Schongauer da un lato; e dall’altro di grandi pittori, disegnatori e artisti grafici italiani che hanno lavorato fra Milano e Venezia, come Tiziano, Giorgione, Andrea Mantegna, Leonardo da Vinci, Giovanni Bellini, Andrea Solario.

Filippo Del Corno

L’esposizione rivelerà anche il quadro dei rapporti artistici tra nord e sud Europa tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, il dibattito religioso e spirituale come substrato culturale delle opere di Dürer, il suo rapporto con la committenza attraverso l’analisi della ritrattistica, dei soggetti mitologici, delle pale d’altare; la sua visione della natura e dell’arte tra classicismo e anticlassicismo, la sua figura di uomo e le sue ambizioni d’artista.

IL PERCORSO ESPOSITIVO

Dürer, l’arte tedesca, Venezia, l’Italia

Festa del Rosario – Dürer

Nella prima sezione tematica si esplorano i rapporti artistici fra il nord e il sud delle Alpi fra 1480 e 1530 circa. Da un lato si dimostra come la reciprocità degli stimoli abbia generato novità iconografiche, compositive e formali, che contribuirono in modo decisivo alle trasformazioni epocali che caratterizzano la storia dell’arte europea durante quegli anni; dall’altro si seguono gli spostamenti geografici di Albrecht Dürer e i suoi fruttuosi incontri con l’arte italiana e, in particolar modo, veneziana.

A sinistra: Cristo e quattro Santi di Vittore Carpaccio. In centro: Gesù fra i dottori (1506) di Albrecht Dürer. A destra: Madonna col Bambino di Alvise Viviani

La critica è solita affermare che Dürer avrebbe visitato Venezia due volte, attorno al 1495 e nel 1505-1507. Il primo viaggio tuttavia non è documentato mentre il secondo ha lasciato tracce nelle fonti. La città lagunare era il principale centro del settore editoriale al di qua delle Alpi e probabilmente Dürer, maestro di grafica a stampa ormai incontestato in Germania, voleva espandere il proprio raggio d’azione all’Italia settentrionale. Qui l’artista ha prodotto diversi capolavori, fra i quali la Festa del Rosario, il Cristo fra i dottori e il celebre Ritratto di giovane veneziana, dipinti che dialogano con il linguaggio artistico di Giovanni Bellini, Vittore Carpaccio, Alvise Vivarini e Leonardo da Vinci.

Geometria, misura, architettura

Confronto tra disegni di Dürer e le opere grafiche di Baldung Grien, Cranach e Jacopo de’ Barbari.

Grazie ad una mente brillante e metodica, un eccezionale talento per la matematica e l’aiuto dei suoi amici umanisti, Albrecht Dürer seppe esprimere, in vari scritti ma anche nelle sue opere, un nuovo concetto dell’arte, basato sui principi dell’imitazione della natura e sulla teoria artistica. In questa sezione della mostra, specificamente dedicata a questo suo essere, oltre che artista, anche teorico dell’arte, sono esposti in edizione originale i suoi trattati sulla geometria e la prospettiva, sull’architettura militare e sulle proporzioni umane; e le riproduzioni digitali ad alta risoluzione di alcune carte di uno dei più importanti codici manoscritti di Dürer, che documentano il suo precoce interesse verso teoria e lessico architettonico italiano.

Vengono poi messi a confronto disegni di Dürer con opere grafiche di Baldung Grien, Cranach e Jacopo de’ Barbari, che mostrano come, fra la fine del XV e il primo decennio del XVI secolo, questi artisti si confrontassero nello studio dei modelli antichi o del corpo umano; e, anche, disegni e incisioni di Dürer e Leonardo intorno al problema della rappresentazione proporzionale del cavallo.

La natura

A sinistra: Albrecht Dürer – Testa di San Gerolamo. A destra: Leonardo da Vinci – San Girolamo nel deserto (1490).

0Il contributo degli artisti tedeschi si è rivelato fondamentale nella rappresentazione della natura da parte di Dürer, alla pari di quello di Leonardo da Vinci e di altri pittori e disegnatori nord-italiani. Questi artisti infatti, sperimentando una diversa resa pittorica del paesaggio, hanno fornito esempi che hanno influenzato notevolmente Dürer e che sono state tappe essenziali del suo percorso verso la creazione di paesaggi autonomi. In questo processo furono importanti alcune opere di Giorgione e di altri pittori nord-italiani, come Tiziano e Andrea Previtali, oppure, in Germania, degli artisti della cosiddetta Donauschule, ad esempio Lucas Cranach, Wolf Huber e Albrecht Altdorfer, le cui opere si contraddistinguono per l’espressiva resa paesistica e per le figure di piccole dimensioni.

Nel corpus di Albrecht Dürer troviamo infatti composizioni di grande formato, dove tuttavia l’artista si concentra sui particolari, e questo costante focalizzarsi sul paesaggio circostante, simultaneamente sul grande e sul piccolo, sul vicino e sul lontano, sul soggetto vero e proprio e su ciò che gli sta intorno, è in linea con lo sviluppo artistico dell’epoca, sia a Nord che a Sud delle Alpi. Accanto al paesaggio in tutte le sue manifestazioni, gli artisti studiavano la flora e la fauna, fino ai singoli fili d’erba e agli insetti: oltre che a Jacopo Bellini, è ancora una volta a Leonardo e a Dürer che spetta il merito di avere liberato gli animali e le piante dal canone schematico dei repertori medievali.

La scoperta dell’individuo

A sinistra: Busto di donna di Lorenzo Lotto. In centro: Ritratto di giovane donna di Albrecht Dürer. A destra: Ritratto femminile di Andrea Solaro.

La mostra prosegue dando una visione di come, attorno al Cinquecento, si sviluppi la “scoperta dell’individuo” attraverso il ritratto. La richiesta di ritratti individuali cominciò ad aumentare enormemente a partire dalla seconda metà del XV secolo: prima riservati ai nobili e ai ricchi mecenati, il desiderio di farsi ritrarre coinvolse successivamente una fascia molto più ampia della società. Nel corso del Cinquecento, la ritrattistica divenne sempre più popolare e diversificata, tanto che molti artisti cominciarono a definirsi ritrattisti – una specializzazione del tutto nuova.

La prima ritrattistica moderna, a dispetto di tutte le sue formule pittoriche e convenzioni, in definitiva ha a che fare con la costruzione della propria immagine. Soggetto e artista, a vari livelli di collaborazione, costruiscono un artificio che riflette l’aspetto del soggetto al momento dell’esecuzione del ritratto. Tuttavia i ritratti sono concepiti anche per dialogare con il pubblico contemporaneo e futuro, quindi spesso la somiglianza personale è legata a messaggi che riguardano la classe, lo status e le aspirazioni del personaggio ritratto, esprimendo il modo in cui il loro soggetto desiderava essere ricordato.

Albrecht Dürer incisore: Apocalisse e cicli cristologici

La sala delle incisioni dell’Apocalisse

Nella quinta sezione della mostra si cerca di analizzare un aspetto particolarmente discusso sui vari atteggiamenti di Dürer e dei suoi contemporanei nei confronti del dibattito religioso e spirituale dei suoi tempi. Accanto ad alcuni fondamentali disegni e monocromi, sono mostrati al pubblico i celebri quindici fogli dell’Apocalisse – la prima opera capitale di Dürer che viene considerata il primo libro progettato, illustrato e pubblicato da un artista nel mondo occidentale – e la Grande Passione, una serie pubblicata nel 1511 realizzata da un ancor giovane Dürer con la tecnica della xilografia. Oltre ad essere delle vere e proprie pietre miliari in termini di realizzazione artistica – e anche di marketing -, i cicli grafici di Dürer si contraddistinguono per un approccio iconografico innovativo e per il nuovo rapporto che creano tra testi sacri e immagini. In questa sezione viene esposta, inoltre, La Melancolia (Melencolia I), 1514, l’incisione più famosa di Dürer, che il Vasari classificava tra le opere che riempiono di stupore il mondo intero, oltre ad essere un esempio di eccezionale virtuosismo tecnico.

Il Classicismo e le sue alternative

A sinistra: La cattura di Cristo di di Wolf Huber. La vecchia donna di Giorgio. A destra: Figura di vecchia donna con cappello di Hans Baidung Grien

L’ultima sezione chiude il percorso espositivo con una riflessione sul sistema estetico che ha caratterizzato questo periodo storico dell’arte, in cui l’egemonia del classicismo era controbilanciata da correnti opposte che prediligevano temi e forme “anticlassiche” o, talvolta, “a-classiche”. Il modello classico o classicheggiante, corrente prevalente in Italia, negli ultimi anni del Quattrocento cominciò a manifestarsi anche nelle principali città della Germania meridionale attraverso un interesse per l’arte antica e per i sistemi retorici ad essa collegati. Figura chiave di questo momento fu Albrecht Dürer, come testimoniano le sue copie, o meglio interpretazioni, di stampe italiane eseguite nell’ultimo decennio del XV secolo da Pollaiolo e Mantegna. L’‘anticlassico’, che si configurava come una sorta di mutazione del classico, prese forma nell’arte dell’Italia settentrionale – da Lorenzo Lotto ad Amico Aspertini – come in Germania, in certe opere dello stesso Dürer, di Wolf Huber e Hans Baldung Grien.

L’artista di Norimberga rappresenta quindi l’esempio più riuscito di questo momento di massima apertura culturale e di grandi cambiamenti, caratterizzato dalla grande diffusione di nuove idee filosofiche e dallo sviluppo di cambi di paradigma senza confine, men che meno geografico.

Adorazione dei Magi di Albrecht Dürer (1504) – Prestatore: Galleria degli Uffizi – Crediti: © Gabinetto Fotografico delle Gallerie degli Uffizi

Tutte le informazioni

ORARI MOSTRA

Lunedì 14,30 – 19,30
Martedì – mercoledì – venerdì – Domenica 9,30 – 19,30 Giovedì – sabato 9,30 – 22,30
La biglietteria chiude un’ora prima (ultimo ingresso)

PREZZI

INGRESSO SINGOLO INTERO – Audioguida gratuita – 12,00 €

BIGLIETTO OPEN – Valido fino al 15 giugno – € 16,00 (prevendita obbligatoria inclusa)
Biglietto a data aperta, valido dal giorno dopo l’acquisto, consente l’accesso diretto alla cassa prenotati.

GRUPPI – € 10,00 Gruppi di almeno 15 persone (massimo 25) Gratuità 1 accompagnatore per ogni gruppo
Sistema di microfonaggio obbligatorio e incluso nel prezzo

GRUPPI TOURING CLUB O FAI – € 6,00 Gruppi organizzati direttamente dal Touring Club e dal FAI Gratuità 1 accompagnatore e 1 guida per gruppo
Sistema di microfonaggio obbligatorio e incluso nel prezzo (non si applica la prevendita)

SCUOLE – € 6,00 Gruppi di studenti di ogni ordine e grado. Gratuità 2 accompagnatori per ogni gruppo scolastico Sistema di microfonaggio obbligatorio e incluso nel prezzo

INGRESSO SINGOLO RIDOTTO – Audioguida gratuita 10,00 € – Visitatori e studenti dai 14 ai 26 anni, visitatori oltre i 65 anni, portatori di handicap, soci Touring Club con tessera, soci FAI con tessera, possessori di biglietti aderenti all’iniziativa “Lunedì Musei” (Museo Poldi Pezzoli e Museo Teatrale alla Scala), militari, forze dell’ordine non in servizio, insegnanti, possessori Rinascente Card e dipendenti in possesso di badge aziendale, dipendenti Ferrovie dello Stato in possesso di badge aziendale, soci Coop con tessera e dipendenti in possesso di badge aziendale.

INGRESSO SINGOLO RIDOTTO CARD MUSEI LOMBARDIA – Audioguida gratuita 8,00 € – Possessori Abbonamento Card Musei Lombardia Milano

INGRESSO SINGOLO RIDOTTO SPECIALE – Audioguida gratuita 6,00 € – Dipendenti Comune di Milano con badge nominale (un solo eventuale accompagnatore al seguito € 10,00), volontari Servizio Civile Nazionale o operanti presso il Comune di Milano muniti di tesserino, giornalisti con tesserino ODG con bollino dell’anno in corso non accreditati

OMAGGIO – Audioguida gratuita – Minori fino ai 6 anni non compiuti, un accompagnatore per disabile che presenti necessità, giornalisti con tesserino ODG per servizio (previo accredito – non si procede con l’accreditare la stampa sabato, domenica e nei giorni festivi), tesserati ICOM, guide turistiche munite di tesserino di abilitazione, dipendenti Soprintendenza ai Beni Paesaggistici e Architettonici di Milano, dipendenti dell’Area Polo Mostre di Palazzo Reale con tessera nominativa, componenti commissione vigilanza e vigili del fuoco, possessori Coupon omaggio

Per favore, segnalaci su:
Ti potrebbero piacere anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.