Dai Caral agli Inca, ecco le principali attrazioni per viaggiare nel tempo in Perù. La storia del Perù e delle antiche popolazioni che lo hanno abitato pongono la destinazione nell’epicentro dell’evoluzione culturale dell’uomo nel nuovo continente. Un itinerario alla scoperta delle diverse culture che si sono intrecciate nei secoli, plasmando una nazione, svelerà alcuni dei volti più autentici della destinazione.

Un percorso a nord tocca località alternative di estremo interesse, e non soltanto archeologico. Si parte da Lima, dove non perdere una visita al Museo de Oro, al Museo de Arte de Lima e al Museo Larco, ripercorrendo circa 3.000 anni storia attraverso oggetti e reperti archeologici di differenti civiltà. Si prosegue verso nord per la città sacra di Caral, risalente a 5.000 anni fa e culla della civilizzazione più antica d’America, contemporanea a quella egizia e mesopotamica. Lo sviluppo culturale dei Caral è rivelato dalle piramidi, dalle due piazze cerimoniali e dal sistema d’irrigazione oltre che da numerose e preziose vestigia.

La cultura Chavín fu una delle più importanti dell’epoca preincaica e il centro religioso e amministrativo di Chavín de Huantar, posto tra la confluenza dei fiumi Huachecsa e Mosna nella Regione di Ancash, è Patrimonio Culturale dell’Umanità dell’UNESCO dal 1985. L’architettura è qui caratterizzata da piramidi troncate, simmetricamente disposte intorno ad ampie piazze principali. Questi edifici hanno al loro interno vani, corridoi e gallerie e proprio in una di queste si trova il Lanzón, un monolite alto 4.53m raffigurante la divinità principale, che stupisce per la sua immagine mitica.

Gli attuali dipartimenti di La Libertad e Lambayeque furono la culla di grandi civiltà, tra cui le culture Moche e Chimú che si svilupparono nella valle lungo la costa. Sono diverse le attività attraverso le quali scoprire la cosiddetta Ruta Moche: si può esplorare Trujillo muovendosi al ritmo di uno dei balli più raffinati del Sudamerica, la marinera norteña, e solcando il Pacifico a bordo dei caratteristici caballitos de Totora; oppure fare un tuffo nel passato attraverso la visita a Chan Chan, la città di abode più grande al mondo, alla Huaca de La Luna, al Complesso Archeologico di El Brujo o, a Lambayeque, alle imponenti piramidi di Túcume, a Huaca Rajada, che conserva intatti i resti di un alto dignitario Moche, e molto altro.

C’è un mondo millenario, sepolto tra le Ande e la selva del Nord del Perù, un tempo abitato dai cosiddetti Guerrieri delle Nubi: i Chachapoyas. Affascinanti testimonianze di questa misteriosa popolazione andina si celano tra le pareti rocciose del Cerro Carbón. Qui, affacciate sul fiume Utcubamba, sorgono costruzioni scolpite nella pietra, le chullpas, i complessi funerari di Revash, a sud di Chachapoyas, nella Regione di Amazonas.

Respirare la cultura ancestrale e le tradizioni di Chachapoyas è possibile durante l’annuale Semana turistica de Chachapoyas, che avrà luogo dal 1 al 7 giugno 2019. Uno spettacolo in cui gli abitanti interpretano temi musicali tradizionali e i ballerini danzano al ritmo di vivaci melodie, il tutto accompagnato da degustazioni di cucina tradizionale locale.

Incastonata tra le rigogliose vallate che dominano il fiume Apurímac sorge un sito costruito dai sovrani Inca Tupac Yupanqui e Wayna Capac: Choquequirao. Abilità e ingegno del popolo Inca si traducono in un complesso monumentale, grande tre volte Machu Picchu. Choquequirao, a 3.085 m s.l.m., era più di una fortezza e la sua posizione indica che si trattava di uno dei più importanti centri religiosi dell’Impero. Distribuito su tre colline e 12 settori, questo sito offre stupefacenti panorami sulle cime della catena di Willkapampa, importanti testimonianze di raffinatezza architettonica e iconici terrazzamenti decorati da un mosaico di lama bianchi.

Coloro che volessero vivere in prima persona e scoprire ancora di più sull’architettura Inca potranno assistere, dal 7 al 10 giugno 2019, al Festival del Ponte Q’eswachaka, dichiarato Patrimonio Culturale Immateriale dall’UNESCO, costruito in ichu e tuttora utilizzato per attraversare il fiume Apurimac. Ogni anno gli abitanti delle comunità rurali di Perccaro, Huinchiri, Ccollana e Qqewe, si riuniscono per rinnovare la struttura del ponte in un rituale che dura quattro giorni. In questa occasione, avvalendosi delle conoscenze degli Inca, le popolazioni locali raccolgono il nuovo materiale, smontano il vecchio ponte e iniziano a procedere con la sostituzione. Il Q’eswachaka è l’ultimo ponte Inca sopravvissuto alla modernità e il suo rituale ancestrale si tramanda di generazione in generazione.

Maggiori informazione sul sito di Perù Travel.

Ti potrebbero piacere anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.